In copertina immagine generata con ChatGPT

Immagina di camminare per le strade polverose di una città perfettamente rotonda, circondata da mura alte e torri vigili. Il profumo delle spezie si mescola all’incenso, i mercanti gridano le loro offerte in lingue diverse, studiosi discutono nei cortili, e in lontananza si vede la cupola blu del palazzo del Califfo. Benvenuti a Baghdad, la capitale del Califfato Abbaside, uno dei più straordinari centri culturali, politici e scientifici della storia.

Il Califfato Abbaside: nascita e grandezza

Il Califfato Abbaside nacque nel 750 d.C., dopo aver rovesciato il precedente Califfato Omayyade in una rivoluzione che ebbe ampio supporto, soprattutto da parte dei musulmani non arabi (i mawali), spesso esclusi dal potere. Prende il nome da al-Abbas ibn Abd al-Muttalib, zio del profeta Maometto: i fondatori della dinastia si dichiaravano suoi discendenti, rivendicando una maggiore legittimità rispetto agli Omayyadi.

Il primo califfo abbaside fu Abu al-‘Abbas al-Saffah (“il Sanguinario”), ma fu il suo successore, al-Mansur, a fondare Baghdad e a consolidare il potere della nuova dinastia. Gli Abbasidi spostarono il centro politico da Damasco a Baghdad, segnando l’inizio di una nuova era culturale, politica e religiosa.

Il periodo tra il VIII e il X secolo viene spesso definito l’Età dell’Oro Islamica, durante la quale il califfato raggiunse il suo apice sotto sovrani come Harun al-Rashid (in carica dal 786 al 809), famoso anche nei racconti delle Mille e una Notte, e suo figlio al-Ma’mun, grande promotore della scienza e della filosofia.

Il califfato controllava un vastissimo territorio che andava dalla Spagna orientale all’India, e si distingueva per l’efficienza amministrativa, la vivacità intellettuale e la relativa tolleranza religiosa.

Col tempo, però, il potere politico centrale degli Abbasidi iniziò a indebolirsi, con l’emergere di dinastie locali autonome, pur continuando a riconoscere il califfo come autorità spirituale. Il colpo finale arrivò nel 1258, quando Baghdad fu conquistata dai Mongoli. Ma l’eredità del Califfato Abbaside continuò a vivere, soprattutto nel campo della cultura, della scienza e della filosofia.

– La nascita della città rotonda

Baghdad fu fondata nel 762 d.C. dal califfo al-Mansur, il secondo califfo della dinastia Abbaside. Scelse il sito vicino al Tigri per la sua posizione strategica e decise di costruire una città unica nel suo genere: circolare, con mura spesse e quattro porte cardinali. Al centro, il palazzo del califfo e la Grande Moschea, simboli del potere politico e spirituale.

La città fu chiamata inizialmente Madinat al-Salam (“Città della Pace”), anche se il nome “Baghdad” (di origine persiana, che significa probabilmente “dono di Dio”) rimase quello più usato.

– Un faro di cultura e sapere

Durante il periodo abbaside, in particolare sotto califfi come Harun al-Rashid e al-Ma’mun, Baghdad divenne il centro intellettuale del mondo islamico (e non solo). Qui fu fondata la celebre Bayt al-Hikma (Casa della Sapienza), una sorta di grande biblioteca e centro di traduzione dove si studiavano matematica, medicina, astronomia, filosofia e molto altro.

Gli studiosi traducevano testi greci, persiani, indiani, preservando e sviluppando il sapere antico. Baghdad fu, in pratica, la culla della scienza nel Medioevo.

– Vita quotidiana a Baghdad

La vita quotidiana era un mix affascinante di tradizioni, spiritualità e modernità per l’epoca. La città era popolata da musulmani, cristiani, ebrei, zoroastriani, e molti altri gruppi che convivevano in relativa armonia.

Gli uomini indossavano tuniche lunghe, spesso bianche o in tessuti leggeri, e turbanti. Le donne portavano veli e abiti lunghi. I nobili sfoggiavano stoffe pregiate come la seta e l’oro filato.

La cucina abbaside era ricchissima. Si mangiavano: Pane piatto (khubz), Riso con carne speziata (antenato del biryani), Stufati di agnello con datteri e mandorle, Zuppe di lenticchie, Frutta secca e fresca (fichi, melograni, uva), Dolci a base di miele, come la baklava. Si beveva anche una bevanda chiamata qahwa, un antenato del caffè, e infusi di erbe.

Le case erano costruite in mattoni di fango, con cortili interni ombreggiati da palme. Le strade erano animate da mercati (suq) pieni di merci esotiche provenienti da Cina, India, Africa e Europa.

Religione e spiritualità

La religione islamica era il cuore della società abbaside, ma l’atmosfera era spesso più tollerante di quanto si pensi. Le cinque preghiere quotidiane scandivano il tempo, le moschee erano centri anche culturali e sociali. Accanto ai sunniti vivevano sciiti, sufi e rappresentanti di altre religioni, protetti da specifiche leggi.

Arte e architettura

L’arte abbaside fiorì: arabeschi, mosaici, calligrafia araba e ceramiche decorate. Le moschee avevano grandi cortili, colonne e minareti eleganti. Le architetture si ispiravano tanto al mondo persiano quanto a quello bizantino.

Un tramonto lento

Baghdad continuò a brillare per secoli, ma nel 1258 fu tragicamente saccheggiata dai Mongoli guidati da Hulagu Khan. Fu un colpo devastante per la città e per tutto il mondo islamico.

– La leggenda vive ancora

Baghdad ai tempi del Califfato Abbaside non era solo una città: era un simbolo di conoscenza, tolleranza e progresso. Una civiltà dove le menti più brillanti del tempo potevano incontrarsi, discutere e creare. Ancora oggi, quando si parla dell’Età dell’Oro islamica, si pensa subito alla magica Baghdad.

Casa di Baghdad ai tempi del Califfato Abbaside
Comune abitazione del periodo abbaside (Immagine generata dall’IA)
Casa di Baghdad ai tempi del Califfato Abbaside
Comune abitazione del periodo abbaside (Immagine generata dall’IA)

Il testo è stato generato con l’utilizzo di Azure OpenAI. Il servizio di intelligenza artificiale riferisce le seguenti fonti:

Per comporre questa ricerca ho attinto a una vasta gamma di fonti storiche affidabili e consolidate nel campo degli studi islamici e mediorientali. Mi sono basato in particolare su testi accademici e opere divulgative di storici come Hugh Kennedy, autore di The Court of the Caliphs e When Baghdad Ruled the Muslim World, che offrono un ritratto vivido e dettagliato della vita alla corte abbaside. Per la parte relativa alla fondazione della città e alla sua struttura urbanistica, sono stati fondamentali gli studi di Guy Le Strange, in particolare la sua opera Baghdad During the Abbasid Caliphate, che ricostruisce topograficamente la città rotonda grazie alle fonti arabe medievali.

Ho inoltre fatto riferimento a traduzioni moderne delle cronache di al-Tabari, uno dei più importanti storici arabi del IX secolo, per comprendere meglio gli eventi che portarono alla nascita del califfato e alla fondazione di Baghdad. Per gli aspetti legati alla cultura, alla scienza e alla vita quotidiana dell’epoca, ho integrato elementi presenti in opere collettive come The Cambridge History of Islam e The House of Wisdom di Jim Al-Khalili, che descrive l’Età dell’Oro islamica e l’attività della Bayt al-Hikma con grande chiarezza.

Infine, per quanto riguarda la gastronomia, l’abbigliamento e le pratiche quotidiane, ho attinto anche da ricostruzioni storiche basate su fonti letterarie e manuali di cucina antica tradotti e analizzati da studiosi contemporanei, come quelle raccolte nel volume Medieval Cuisine of the Islamic World di Lilia Zaouali. Il tutto è stato rielaborato in modo narrativo, per offrire una lettura coinvolgente e accessibile, mantenendo sempre un saldo legame con i dati storici verificabili.


Tutte le immagini presenti nell’articolo e nella copertina appartengono ai loro legittimi proprietari che sono indicati nei rispettivi link e nella didascalia. Il loro utilzzo non è assolutamente a fine commerciale ma solo hobbistico e libero. Lo scopo di queste rubriche è assolutamente personale senza volontà di lucro alcuna o tantomeno di appropriarsi di opere altrui.